Orgogliosi, ecco come dobbiamo sentirci di fronte ai dati emersi dall’annuale Global Information Technology Report presentato dal World Economic Forum (WEF) a Ginevra il 6 luglio scorso. Il report pubblicato dal WEF ha messo in luce gli importanti risultati raggiunti dall’Italia in materia di IT, evidenziando i grandi progressi compiuti dal nostro Paese in questo settore nell’ultimo anno.
Da sottolineare vi è, senza dubbio, il balzo in avanti compiuto dall’Italia nella classifica basata sul Networked Readiness Index, un indice formato dall’insieme dei tanti fattori che consentono alla digitalizzazione di sviluppare appieno il suo potenziale nella società e nell’economia: abbiamo guadagnato complessivamente 10 posizioni, salendo al quarantacinquesimo posto della graduatoria, ed il WEF ci ha quindi inserito fra i “Top Mover”, ovvero fra quei Paesi che dimostrano una maggiore dinamicità e crescita nell’ambito dell’Information Technology.
Dobbiamo essere orgogliosi perché ciò che emerge dal Networked Readiness Index, al di là dei numeri e dei risultati importanti, è l’immagine di un Paese che sta andando nella direzione giusta, avendo imboccato la via della digitalizzazione e dell’innovazione. Questa scelta sta producendo degli ottimi risultati soprattutto se consideriamo le ricadute positive che il digitale ha sulla società e sull’economia.
Infatti, secondo il World Economic Forum, è proprio nello specifico gruppo di parametri quelli legati all’impatto socio-economico della tecnologia che l’Italia ha fatto registrare i progressi più significativi, scalando la classifica di ben 18 posizioni. Dati questi che ci fanno ben sperare per il futuro, che sono il frutto di un percorso iniziato solo da pochi anni, ma che dimostrano come il nostro Paese sia in grado di far bene quando mette a sistema tutte le sue risorse.
Orgogliosi, dunque, ma senza perdere di vista i grandi obiettivi che ci siamo prefissati come Paese. Perché se è vero che il Networked Readiness Index ha rilevato tutta una serie miglioramenti dei quali essere fieri, dall’altro lato permangono alcuni aspetti sui quali l’Italia deve e può fare di più. È il caso delle infrastrutture e del contesto normativo e politico, ma anche della capacità di investimento in innovazione e della diffusione dell’uso delle tecnologie ICT.
In particolare, quest’ultimo aspetto deve essere sviluppato su tre piani distinti:
- quello individuale, attraverso l’acquisizione di maggiori digital skill da parte sei singoli cittadini,
- quello delle imprese, con il passaggio all’Industry 4.0,
- e quello della Pubblica Amministrazione, garantendo agli utenti servizi più efficaci e efficienti.
Nonostante i progressi fatti registrare dal nostro Paese anche in questi ambiti, c’è ancora molto da lavorare per raggiungere gli standard dei migliori in classifica.
Quel che è certo che l’Italia ha ormai intrapreso un processo di digitalizzazione organico e strutturato che siamo felici di supportare con il piano Digitaliani, che stiamo portando avanti insieme a soggetti diversi: incubatori, start up, imprese tradizionali, venture capital, pubblica amministrazione e governo italiano. Tutti questi attori, del resto, sono imprescindibili per proseguire sulla strada della digitalizzazione del Paese e dunque è a loro che dobbiamo guardare per affrontare le prossime sfide relative alla crescita dell’Italia dal punto di vita digitale, ed è con loro che dobbiamo lavorare per portare a casa nuovi e ancor più significativi risultati.
Il progetto Digitaliani mira anche a questo: vogliamo creare tutta una serie di sinergie e collaborazioni che aiutino il Paese a compiere quello sforzo collettivo che lo stesso World Economic Forum ci ha indicato come necessario per continuare a crescere sul piano della digitalizzazione.