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Cisco Human Stories: la storia di Pierpaolo

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Appassionato di film, libri, videogames, scienza e fumetti, Pierpaolo Panarotto si definisce l’emblema del “Geek”, ed è il protagonista della sesta storia NetAcad.

33 anni, rampollo di una normalissima famiglia, vive a Corticelle Pieve, un piccolo paese della bassa bresciana sulle placide rive del fiume Mella.

Dotato di senso dello humor, ci racconta come è nata la sua passione per il mondo dell’ICT.

«Avendo fatto l’Itis, agli esami di maturità, fra i temi della terza prova presenti mi capitò sistemi. Una delle due prove consisteva nel progettare una rete Lan e dimensionare gli switch di una piccola palazzina. Inutile dire che scartai quella prova perché “non ci perdo tempo, tanto non mi capiterà mai di fare una roba del genere nella vita”.  Sono stato profetico diciamo…»

Ma che cosa lo ha spinto a intraprendere il percorso NatAcad, visto che nemmeno lui si sarebbe mai immaginato una carriera simile?

«Sinceramente la scelta fu per “pigrizia” quasi – ci racconta con sincerità – Era un periodo di stanca al lavoro, sentivo di voler cambiare ma non ero abbastanza qualificato per avere la posizione che avrei voluto. Lavoravo già nel campo dell’IT come sistemista Microsoft, ma avevo le certificazioni in scadenza. Cercando qualche corso da poter fare nel poco tempo libero sono capitato sul sito di Europanetworking, un’academy Cisco. Era giusto dall’altro lato della strada rispetto a dove lavoravo e diversamente da altre realtà offriva anche la possibilità di frequentare due sere la settimana invece dell’intera giornata del sabato/domenica. Vista la mia situazione lavorativa e un po’ anche di “stanchezza mentale” fu una scelta semplice. A facilitare le cose è stata anche l’empatia degli instructors conosciuti all’open day… quindi firmai immediatamente».

Riviviamo ora, attraverso le sue parole, tutta il percorso, dai momenti difficili a quelli belli, dal rapporto con i compagni a quello con gli insegnanti, fino a scoprire chi gli ha lasciato un ricordo indelebile.

«Sinceramente non ricordo momenti particolarmente difficili. Era un bel groppo, ci si divertiva studiando e imparando. Nulla era pesante perché tutto era ben bilanciato e alla fine mi piaceva. Forse un momento di sconforto alla prima bocciatura all’esame. Ma poi è stato un inanellare corsi e risultati positivi. Sono rimasto piacevolmente sorpreso che non ci siano stati momenti morti, ma che si fosse sempre motivati e che che il programma scorresse bene. È stato particolarmente bello mettersi a studiare con gli amici creati durante il corso, lo scambiarsi le idee, il ridere e scherzare, gli aperitivi prima dei corsi, insomma veramente sembrerà una cosa scritta di proposito, ma non saprei trovare dei momenti anche solo “medi”. Parlavo con tutti, sia prima delle lezioni che durante la pausa e oggi siamo in contatto via social. Con alcuni compagni/insegnanti però mi vedo ancora per aperitivi/cene e ci sentiamo al telefono o via messaggio, perché si è creata una bella amicizia. Con altri addirittura si è creata un’opportunità lavorativa: gli ultimi lavori che ho fatto sono passati tramite un “ehi da me stanno cercando, ti interessa?”. È bello quando si crea quella fiducia reciproca di poter dire “questo lo conosco e mi fido, ci metto la faccia per lui”. Sicuramente il primo instructor che ho avuto, Alberto Bonardi, è quello che più mi ha influenzato, che mi ha invogliato ad andare avanti, che mi ha fatto capire cosa volesse dire veramente lavorare nell’IT. Sono contento e fortunato di poter dire di aver trovato un ottimo amico in lui».

Ma… quali sono le aspettative per il futuro di questo giovane e talentuoso ragazzo?

«Impossibile dirlo. Quando ho iniziato il CCNA mi sembrava di essere in un vicolo cieco, senza prospettive. Una volta finito CCNP e altri training sono finito a fare trasferte all’estero, a lavorare con realtà come Deutsche Bank, a trasferirmi per poi tornare. Sono stato oltreoceano e ho conosciuto gente da tutto il mondo. Mi si sono aperti orizzonti che mai avrei pensato. Sono cresciuto come persona, come individuo, grazie alla possibilità di incontrare gente fantastica. Se i prossimi 5 anni saranno anche solo la metà di quelli passati dalla CCNA sarà fantastico».

Ora una riflessione di chiusura, su come vorrebbe che fosse la sua vita fra 10 anni: «Se 5 anni fa mi avessero chiesto se avrei fatto il lavoro dei miei sogni in un posto fantastico avrei potuto pensare anche che gli asini sappiano volare e invece… eccomi qua. È strano perché per la prima volta da, beh sempre credo, sto facendo quello che voglio, dove voglio farlo, quindi non ho un prossimo obbiettivo e sinceramente non saprei cosa aspettarmi o cosa volere fra 10 anni».

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Authors

Elisa Vavassori

Communications Specialist

Cisco Internal Communication

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