Stiamo raccogliendo le testimonianze di studenti e instructor delle Networking Academy per conoscere più a fondo le motivazioni e le scelte che li hanno portati a seguire questo percorso. Di seguito la storia di Kateryna.
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Ucraina: una vasta regione senza fine, secondo più grande paese d’Europa, tra mare e montagne, è un orizzonte infinito dove dominano pianure e steppe che si succedono senza contrasto, dando al territorio una fertilità eccezionale grazie ad una forte concentrazione di limo e humus. La presenza sui 3/4 del territorio delle famose terre nere, così propizie all’agricoltura, ha reso l’Ucraina il granaio dell’Europa. In primavera i campi danno origine a delle miscele di colori tenui, ove sbocciano fiori di papavero, senape e girasole.
È da qui che nel 2010 è arrivata in Italia Kateryna Khomynets, una delle più giovani promesse dell’informatica che, grazie alla NetAcademy ha trovato la sua strada nel mondo del lavoro.
Ecco, dalle sue parole, come è nato tutto.
D: «Kateryna, raccontaci un anedotto particolare o rilevante della tua vita».
R: «24 gennaio del 2020, all’inaugurazione del Cisco co-innovation center di Milano, il giorno prima mi hanno avvertita che sarei dovuta salire sul palco per presentare il progetto Cisco academy. Sembra facile, però una volta salita sul palco con una platea composta da figure rilevanti del mondo del networking e da vari ministri della politica italiana… l’ansia è stata tanta. Quel giorno, però, mi sono detta che in futuro mi piacerebbe essere più sicura di me per parlare davanti a una grande platea e magari far parte di essa».
D: «Perché hai deciso di iniziare il percorso di networking Academy?»
R: «Ho deciso di iniziare il percorso di NetAcad prevalentemente perchè sono appassionata di reti e non ritenendo il percorso universitario adatto a me, qui con il progetto junior NetAcad ho avuto l’opportunità di fare uno stage presso un’azienda partner».
D: «Come sei venuta a conoscenza di questa opportunità?»
R: «Ho scoperto l’esistenza delle networking academy grazie alla mia vecchia scuola superiore, facendo anche le lezioni aperte e partecipando all’academy day».
D: «Quali sono stati i momenti più difficili?»
R: «La parte più difficile è stata approcciarsi al mondo Vmware, che fino a quel momento mi era totalmente sconosciuto».
D: «Quali i momenti più belli?»
R: «Ce ne sono stati vari, però forse il più bello è stato l’anno successivo all’academy day, seguire i ragazzi di quinta superiore durante i vari laboratori come l’anno prima ero stata seguita io».
D: «Che rapporto hai instaurato con i tuoi compagni e insegnanti?»
R: «Ho instaurato un buon rapporto sia con i miei compagni che con gli insegnanti. Con alcuni mi sento tutt’ora a più di un anno dalla fine del mio percorso, sia per andare a mangiare una pizza insieme, che nel caso mi si presenti un problema al lavoro».
D: «Cosa ti aspetti per il futuro?»
R: «Dal futuro mi aspetto di verticalizzarmi in una tecnologia, seppur non so ancora quale, di continuare a prendere le certificazioni e magari tra qualche anno seguire io una persona nel suo percorso di stage».
D: «Fra 10 anni, come ti immagini…»
R: «Tra 10 anni mi aspetto sicuramente di continuare a lavorare in questo settore, anche se mi piacerebbe trasferirmi in un altro paese, non perché l’Italia non mi piaccia, bensì perchè amo lo spirito di avventura e cambiare ambiente».
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L’articolo è stato scritto in collaborazione con Elisa Vavassori.
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