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Alla Social Media Week, Cisco parla di IoE nelle Smart City

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Venerdì scorso all’interno della Social Media Week, nell’incontro dedicato a “Smart & Mobile: Milano verso il futuro, ho avuto il piacere di confrontarmi e conversare con rappresentati delle istituzioni e di altre aziende su come la città si sta trasformando grazie anche alle tecnologie digitali e ai nuovi servizi che rendono ciò possibile.

L’incontro ha cercato di analizzare le piattaforme e i servizi che ci permettono di #vivereconnessi, trasformando le case, gli uffici e i luoghi di incontro, rendendo la città piu “smart” per chi la abita, ci lavora o la governa e per scoprire quali iniziative già in corso siano pronte a trasformare il futuro della città di Milano.

Lo spazio urbano è il luogo in cui è possibile vedere realizzati concretamente i principi dell’Internet of Everything: questo è stato il fulcro del mio intervento. Contrariamente a quanto si pensi la tecnologia per le smart city è solo uno strumento. Quello che caratterizza davvero una città smart è il cambiamento nei processi e modelli organizzativi. Processi e modelli in grado di rispondere, supportare e promuovere le sfide dell’IoE.

Come attuare tale cambiamento? Prima di tutto trasformando il modello e favorendo un approccio sistemico.

Elementi come come il Big data e la sensoristica sono fondamentali per l’IoE ma vanno letti e inseriti in un’ottica di sistema, in continua evoluzione. Possiamo avere sensori eccellenti che raccolgono enormi quantità di dati, ma se poi questi dati non sono interpretati, né messi a fattor comune per i cittadini, non abbiamo raggiunto l’obiettivo di migliorare i servizi e razionalizzare i costi.  E si perde inoltre l’opportunità di sperimentare reali benefici, visto che l’IoE impatta su tutti i principali settori della vita pubblica, dalla mobilità, all’efficientamento energetico, all’edilizia e ai servizi tutti.

Un appuntamento importante per toccare con mano l’IoE sarà sicuramente Milano Expo 2015. Ma già oggi stanno nascendo esperienze di rilievo. Cisco, Expo e gli altri partner stanno creando un modello di Smart City, che, pur nella differenza di realtà, possa essere parzialmente esportabile e replicabile in altre città del territorio italiano.

In particolare si stanno attuando modelli di cooperazione tra diversi partner pubblici e privati, italiani e stranieri, in un modello di partnership virtuosa. In poche parole stiamo portando a Milano tutte le soluzioni tecnologiche più innovative che avremo nel 2015 e stiamo lavorando per esportare nelle strade della città tutti i servizi smart che saranno presenti sul sito della manifestazione.

È comunque un percorso in salita. Di ostacoli, alla realizzazione di smart community nel nostro Paese, ve ne sono diversi, alcuni legati ad abitudini, o meglio a cattive abitudini, culturali.

All’estero è più semplice che in Italia mettere insieme progetti basati sulla cooperazione tra  pubblico e privato. Inoltre, i progetti smart city hanno una prospettiva di realizzazione medio lunga, dai 5 ai 10 anni, pertanto necessitano di continuità amministrativa e anche politica per essere portati a termine. In Italia spesso i progetti delle amministrazioni precedenti vengono modificati o addirittura cancellati con inevitabili ripercussioni negative sui tempi di realizzazione.

È pur vero però che nel tempo è cresciuta la sensibilizzazione della PA, locale e centrale, sulle smart city. La fase delle parole è stata superata da quella della pratica anche perché non ci sono altre possibilità. La dimensione da considerare oggi non è più solo nazionale.  Bisogna guardare, e confrontarsi, anche con il resto d’Europa. E che il cambiamento sia un processo in atto lo dimostra il fatto che le amministrazioni si stanno rendendo conto che servono ruoli competenze e skill adatte a gestire efficacemente il processo delle smart city.

Ritorniamo al punto di partenza: la prospettiva è di sistema, ed è l’unica via percorribile per realizzare davvero le Smart City.

Authors

Fabio Florio

Business Development Manager

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1 commenti

  1. Gentile Fabio,
    ho avuto modo di partecipare al panel finale e concordo con te sulla necessita’ di un approccio sistematico. Come hai esposto nel panel la complessita’ delle operazioni di gestione dell informazione, del traffico e di data processing deve restare dalla parte di chi implementa i servizi. Aggiungo che un’ altra chiave di lettura importante e finora poco esplorata ‘e l’ interoperabilita’. Al fine di implementare i servizi promessi dalle smart cities ( come nella visione di Cisco), si devono creare i presupposti per la coesistenza di diversi operatori, non necessariamente concorrenti, che operano sulle stesse basi di dati. Sono personalmente favorevole ad approcci come quello di E015, volto alla costruzione di un framework dove piu parti collaborano alla formazione di service enablers (e.g., per la mobilita’, il turismo, l’ efficienza energetica). Interoperabilita’ non deve essere intesa come standardizzazione o generalizzazione. Infatti, pur riflettendo un obiettivo di multi-compatibilita’, sistemi interoperabili promettono di poter essere maggiormente esportabili ad altre citta’ o nazioni, e poter incorporare piu facilmente tecnologie future, come quelle viste al Social Media Week.