Qualche giorno fa, mentre curiosavo tra i compiti a casa di mio figlio Fabio Massimo (1° media), mi sono imbattuto quasi casualmente in una lezione intitolata “Flipped Classroom”, tradotta in italiano “Lezione capovolta”.
In quel momento, sono stato colto da un immediato interesse, per un argomento che ritenevo poco noto, perlomeno a me, così ho iniziato a spulciare sul web scoprendo diverse cose molto interessanti che mi fa piacere condividere.
Il flip teaching è una metodologia didattica che negli ultimi anni si sta positivamente diffondendo soprattutto nel mondo della scuola e con esso si intende una modalità di insegnamento (e di apprendimento) supportata da contenuti digitali dove tempi e schema di lavoro sono invertiti rispetto alle tradizionali modalità che come sappiamo consistono in un primo momento di spiegazione, dove l’insegnante svolge una lezione in aula alla classe, seguito da un secondo momento dove gli studenti svolgono i compiti individualmente a casa.
Viceversa, nel modello flipped il primo momento consiste nell’apprendimento autonomo da parte di ogni studente, che avviene all’esterno delle aule scolastiche grazie all’ausilio di tecnologie digitali. Il secondo momento prevede che le ore di lezione di aula vengano utilizzate dall’insegnante per svolgere una didattica personalizzata fortemente orientata alla messa in pratica delle cognizioni precedentemente apprese, dove la collaborazione e la cooperazione degli studenti sono aspetti che assumono centralità.
In sintesi, la flipped classroom produce un ribaltamento dei ruoli tra insegnanti e studenti, dove il controllo del processo di apprendimento vira decisamente dall’insegnante agli studenti.
Gli studenti sono così chiamati ad assumere maggiore autonomia e responsabilità riguardo al proprio successo formativo, mentre l’insegnante assume il compito di guidarli nel loro percorso educativo.
A questo punto molti di voi che staranno leggendo questo post si staranno domandando cosa ha a che fare il concetto di “Flipped Classroom” con la CyberSecurity o anche più semplicemente con Cisco.
Ora proverò a spiegarlo.
Quando ha avuto inizio il periodo di lockdown in Europa (primavera 2020) Cisco, come anche quasi tutte le realtà del settore, ha iniziato a riorganizzare le innumerevoli attività di enablement e formazione per i propri clienti e partner, fino ad allora scadenzate in un denso elenco di appuntamenti distribuiti nelle principali capitali europee, trasformandoli in appuntamenti virtuali avvalendosi per essi dei progressi tecnologici apportati da tecnologie di Collaboration digitale quali ad esempio Cisco WebEx.
Tecnologie in grado di mettere in comunicazione – come mai era avvenuto prima nella storia dell’uomo – un numero impressionante di individui che in questo modo potevano continuare a rimanere in contatto, diminuendo l’inevitabile senso di solitudine e isolamento (questa è la traduzione letterale del termine lockdown) che iniziava a diffondersi all’interno della stra-grande maggioranza degli individui.
L’uomo, si sa, è e rimane, un animale sociale.
Nel nostro team di #ChannelSecurity ci occupiamo molto di enablement e formazione in particolare per i Partner Cisco che si occupano di CyberSecurity.
Ci siamo da subito chiesti se fosse corretto continuare ad erogare i contenuti con lo stesso approccio di prima o se con questa new normality fosse invece il caso di iniziare ad apportare delle modifiche anche alla metodologia con la quale i nostri contenuti vengono erogati.
Ed ecco il link finalmente al concetto di “Flipped Classroom”.
Senza saperlo anche noi avevamo adottato un nuovo metodo. Anche noi avevamo deciso di avvalerci dell’enorme quantità di informazioni didattiche (peraltro gratuite) presenti sui portali di formazione di Cisco, proponendo ai nostri partner di usufruirne quando per loro fosse più comodo, quando avessero avuto la giusta attenzione e soprattutto scegliendo i migliori contenuti per loro in base al concetto di utilizzabilità del momento.
A noi rimaneva e rimane oggi il compito di organizzare quel follow-up necessario per seguire in maniera personalizzata il cammino di crescita tecnologico di ogni Partner e di ogni professionista al suo interno.
Contenuti non più uguali per tutti ma differenziati e personalizzati in base alle esigenze di ogni Partner. Ecco alcuni esempi, tanto per essere pratici e concreti.
I Partner Security di Cisco, non sono tutti uguali, non operano sugli stessi mercati (verticali o orizzontali) non sono tutti dotati di un Security Operation Center, non hanno tutti una divisione di sviluppatori interni, non operano tutti su base nazionale, internazionale o semplicemente locale.
Senza scendere troppo nel dettaglio, crediamo sia chiaro a questo punto, come si è deciso di modificare il nostro approccio formativo, avendo anche noi (inconsapevolmente) adottato un metodo “Flipped Classroom”.
Siamo consapevoli che per una legge universalmente nota l’energia (anche quella che è all’interno di ognuno di noi) non si crea e non si distrugge ma semplicemente si trasforma.
Anche questo periodo passerà, rafforzando dentro di noi l’idea che come dicono gli anglosassoni, the only constant is change.
Starà a ognuno di noi accettare di mettersi costantemente in gioco fuori dalla propria “comfort zone” per migliorare il mondo che ci circonda e soprattutto migliorare continuamente noi stessi, ricordandoci che nessun essere vivente è depositario della verità assoluta, ma da chiunque si può imparare qualcosa, e questa crediamo sia, in ultima sintesi, la nostra migliore definizione possibile di inclusività.
Keep safe and Keep Smiling!