La ricerca Cisco Connected World Technology Report (CCWTR), esamina la relazione che c’è tra il comportamento umano, Internet e la pervasività della rete.
Dall’esame di questa relazione emergono dati importanti per mostrare alle aziende come agire per restare competitive in uno scenario in cui gli “stili di vita tecnologici” hanno sempre maggiore influenza.
Il report globale si basa sulle risposte fornite da professionisti fra i 18 e i 50 anni di 15 paesi del mondo; evidenzia le sfide che già oggi le imprese devono affrontare, per trovare il giusto equilibrio fra le esigenze dei dipendenti di oggi e di domani e le esigenze di business, in un quadro caratterizzato da crescente mobilità, rischi di sicurezza, tecnologie che rendono le informazioni sempre più ubique.
Rispetto alle precedenti edizioni che coinvolgevano soltanto le nuove generazioni di lavoratori (i “Millennials”) quest’anno sono stati interpellati anche gli appartenenti alla generazione X e sono state rilevate specificamente le risposte date dai lavoratori impiegati nell’area risorse umane.
Ricchissimi i dati emersi dalla ricerca, che prende in considerazione comportamenti, abitudini, preferenze, stili di vita e punti di vista sul futuro del lavoro.
Scorrendo lo studio, si scopre ad esempio che la maggior parte dei professionisti appartenenti alla generazione X e Y pensa che nel 2020 smartphone e tecnologie indossabili saranno i mezzi più utilizzati per restare sempre connessi; ma il portatile “ resiste” e resisterà come strumento di lavoro da usare come prima scelta quando ci si trova in ufficio.
Allo stesso tempo, molti altri elementi stanno cambiando, in direzioni anche contrastanti: cambia la percezione del lavoro “da remoto” (il 44% dei Millennials si sente più produttivo quando è in ufficio); si ridimensiona il peso dell’utilizzo delle app più innovative per lavorare (sei lavoratori su 10 preferiscono ancora carta e penna piuttosto che una app per prendere note); cambiano le strategie di ricerca del personale (il 50% dei recruiter sarebbe disposto ad assumere personale sulla base di un colloquio realizzato solo in video).
Di seguito i dati più significativi della ricerca.
IL LAVORO DEL FUTURO
Caccia al “Supertasker”: sarà lui il tipo di lavoratore più desiderato in futuro?
Quattro lavoratori su dieci (Gen X e Gen Y), e quasi sei professionisti delle risorse umane su 10, si considerano “Supertasker”: persone in grado di fare più di due cose alla volta, e di farle bene.
I professionisti delle risorse umane ritengono che avere dei Supertasker in azienda elevi le aspettative di performance positive, e quindi molti ritengono che questo tipo di lavoratori siano ideali per ricoprire ruoli manageriali, ruoli da consulente o posizioni executive.
Quasi due terzi di tutti gli interpellati pensa che nel 2020 il “Supertasking” sarà la caratteristica che la propria azienda apprezzerà di più nei dipendenti.
Gen X vs. Millennials
I professionisti della generazione Y (i “Millennials”) ritengono prevalentemente di avere delle capacità differenti rispetto ai lavoratori della generazione X, quando si tratta di efficienza e di multitasking. Il 56% ritiene di essere più efficiente dei lavoratori più anziani. Più di 4 lavoratori su 10 ritengono che chi appartiene alla generazione Y sia più bravo nel Supertasking, rispetto alle altre generazioni.
Il 60% dei lavoratori di Generazione X e l’81% di chi lavora nelle risorse umane pensa che i dipendenti della generazione Y portino a termine più rapidamente i loro compiti rispetto ai colleghi più vecchi, usando mobile e app.
Gestire dipendenti della generazione X e della generazione Y
Circa due terzi dei lavoratori di generazione X e oltre 8 su 10 professionisti delle risorse umane hanno gestito in passato o gestiscono attualmente lavoratori di entrambe le generazioni. Tra questi, la gran parte nota che i lavoratori più anziani sono più facili da gestire; comunque, un terzo ritiene che entrambi i gruppi si possano gestire facilmente.
Oltre un terzo dei lavoratori di Generazione X, e i professionisti delle risorse umane che hanno esperienza di gestione dei lavoratori più giovani ritengono che la maggiore difficoltà nei loro confronti sia causata dalla loro ambizione di avere “tutto e subito”.
Il futuro delle risorse umane e del recruiting
Il 58% dei professionisti delle risorse umane sarebbe disposto ad assumere un candidato anche dopo avere avuto con lui solo un colloquio organizzato in video conferenza (senza mai incontrarlo di persona). Valutando il ruolo della cultura organizzativa nei criteri di assunzione, i professionisti delle risorse umane sono equamente divisi fra coloro che ritengono sia più importante assumere i lavoratori con maggior talento o i lavoratori che meglio si adattano alla cultura aziendale.
La morte del lavoro “dalle 9 alle 5” e lo stile di vita always on
Oltre la metà dei lavoratori (Generazione X e Y) si considera accessibile per motivi di lavoro 24 ore al giorno, 7 giorni su 7; tre su dieci sono disponibili sia per email sia al telefono. Esiste ancora la giornata di lavoro dalle 9 alle 5? Oggi prevale una giornata di lavoro articolata diversamente: qualcosa come “dalle 7 alle 8”, poi dalle “9 alle 12”, dalle “14 alle 17” e ancora “dalle 9 alle 10”. Le abitudini di lavoro flessibili sono in aumento: circa un quarto dei lavoratori di entrambe le generazioni opera in aziende che consentono di lavorare da casa.
Interessante notare che chi fa parte della Generazione Y ed ha la possibilità di lavorare da remoto, preferisce lavorare in ufficio in misura maggiore rispetto a chi ha la stessa possibilità ma fa parte della generazione X.
Flessibilità lavorativa è un fattore di attrazione nel recruiting
Circa due terzi dei lavoratori ritiene che un’azienda con modelli lavorativi flessibili, mobili, da remoto abbia un vantaggio competitivo rispetto alle aziende che richiedono di stare in ufficio tutti i giorni dalle 9 alle 5
Circa metà del lavoratori di entrambe le generazioni pensano che il reparto risorse umane della loro azienda si stia adeguando per consentire uno stile di lavoro più flessibile e mobile, anche se un terzo di essi ritiene che non lo stia facendo abbastanza rapidamente
Dal punto di vista delle risorse umane, il 56% dichiara che il proprio reparto HR ha già implementato o sta progettando di implementare uno stile di lavoro più flessibile e mobile.
La flessibilità vince sul salario?
In generale, i lavoratori non sono disposti a una riduzione di salario in cambio di maggiore flessibilità lavorativa; ma chi opera nelle risorse umane è più disposto a questa alternativa (4 su 10 accetterebbero un taglio). I professionisti delle risorse umane sono tra coloro che accetterebbero il taglio più elevato: il 56% accetterebbe anche un taglio di oltre il 10% del salario (il 35% della Generazione Y e il 34% della generazione X farebbe altrettanto).
Anche se il salario è il più importante per molti, la flessibilità di stabilire i propri orari o di lavorare da remoto è più importante per circa 1 lavoratore su 5 di entrambe le generazioni, e per 1 su 3 di coloro che lavorano nelle risorse umane.
Addio ufficio!
La gran parte dei lavoratori crede che nel 2020 gli uffici “ di mattoni” esisteranno ancora, ma 4 su 10 pensa che saranno molto più piccoli. Oltre la metà di Gen X e Y credono che il loro lavoro nel 2020 richiederà di essere presenti in ufficio rispettando degli orari.
I professionisti delle risorse umane si dividono pensando al futuro del lavoro in ufficio: 4 su 10 ritengono comunque che i dipendenti potranno occasionalmente lavorare da casa.
Lavorare molto da remoto… dallo spazio!
Un quarto degli interpellati si trasferirebbe su Marte o su un altro pianeta, se l’azienda vi aprisse una filiale!
DEVICE & WEARABLES
BYOS (Bring Your Own Stuff) è il nuovo BYOD
Il BYOD è un fenomeno pervasivo: 4 su 10 professionisti delle risorse umane dichiara che tutti i dipendenti della loro azienda possono connettere qualsiasi device alla rete aziendale per lavorare
Ma davvero? In altri casi, il BYOD è ancora un privilegio. Altri 4 su 10 dicono che solo alcune persone (executive, staff vendite, IT) possono connettere alla rete ciò che preferiscono.
Australiani pazzi per il BYOD: oltre la metà dei lavoratori usa anche 10 device diversi nella vita quotidiana!
La fine della TV?
I lavoratori preferiscono lo smartphone alla TV. La maggioranza dovendo scegliere fra i due preferirebbero lo smartphone.
Internet: più importante dell’olfatto
Il 42% degli interpellati rinuncerebbe all’olfatto pur di avere accesso a Internet, dovendo scegliere.
Per la gran parte dei lavoratori, il senso del gusto è più importante dell’olfatto; molti di meno infatti dovendo scegliere fra gusto e internet preferirebbero internet.
Tenere le luci accese o restare online?
I lavoratori sceglierebbero di rinunciare allo smartphone per una settimana piuttosto che rinunciare alla corrente elettrica a casa per lo stesso periodo: ma sono molto più divisi fra loro quando si tratta se rinunciare per un mese allo smartphone o al sesso
Attaccatissimi: al portafoglio o allo smartphone?
Il 54% dei lavoratori di Gen Y e il 38% di Gen X quando si svegliano guardano subito il cellulare. 1 su 5 di entrambi i gruppi di età sarebbe più preoccupato dal furto dello smartphone che da quello del portafoglio.
Chi dava per morto il Laptop ha sbagliato
Dovendo scegliere un solo strumento fra tutti il 40% preferirebbe il laptop sia per il lavoro sia per esigenze personali.
I dispositivi werable saranno più importanti degli Smartphone
La maggior parte degli intervistati crede che, nel 2020, il dispositivo connesso più utilizzato al lavoro sarà lo smartphone. Sono di più i professionisti della Generazione X rispetto a quelli dalla Generazione Y, che credono che il dispositivo indossabile sarà quello più utilizzato.
In Brasile, il dispositivo indossabile sarà lo strumento preferito da utilizzare a casa e a lavoro rispetto al computer desktop.
Entrano in gioco le automobili connesse?
Quando si parla di auto che si guidano da sole, secondo la maggior parte degli intervistati non saranno disponibili prima del 2020. Circa 3 intervistati su 10, crede però che lo saranno e che semplificheranno il pendolarismo e permetteranno di arrivare a lavoro più velocemente.
Colleghi robot?
Circa 8 intervistati su 10 con reddito medio sono certi che avranno dei robot ad aiutarli in diverse attività lavorative – tutto ciò non prima del 2020.
Impianti Internet
Allo stesso modo, ipotizzando che una società inventi un impianto per il cervello che si colleghi a Internet, circa un quarto sarebbe d’accordo nel farselo impiantare – Generazione Y (26%) e Gen X (21%).
Privacy? Cos’è la privacy?
In cambio di uno smartphone gratuito con servizio dati illimitato, oltre 4 intervistati su 10 permetterebbe al proprio carrier/provider di accedere a tutti i dati e alle informazioni memorizzati sul telefono.
I professionisti di Cina, Brasile e Stati Uniti sono più propensi a consentire l’accesso ai propri carrier/service provider, governi e impiegati in cambio di uno smartphone gratuito e servizio dati illimitato.
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