Riportiamo qui di seguito parti di un interessante post di Dave Evans.
Molto è già stato fatto per l”Internet of Everything” e un crescente numero di oggetti resi “intelligenti” cambierà a breve tanti aspetti della nostra vita – dall’auto senza pilota di Google al iRobot Ava 500 ai contenitori intelligenti per medicinali che chiedono in automatico una nuova ricetta al medico quando stanno per finire e ricordano quando assumerli.
Spesso pensiamo erroneamente che siano le “cose” a creare valore, in realtà sono le connessioni tra persone, processi, dati e cose –o l’Internet of Everything – a fare la differenza.
Possiamo capire esattamente la portata delle connessioni aggiungendo un sensore connesso a Internet a un qualsiasi dispositivo considerato “stupido”. Prendiamo ad esempio la serratura della porta d’ingresso. Non ha un’”intelligenza” propria. Si tratta semplicemente di un dispositivo meccanico che permette di aprire e chiudere la porta d’ingresso. Ma se si aggiunge un sensore con una connessione al cloud, il dispositivo considerato “stupido” può scattare una foto del nostro volto, inviarla al cloud per la verifica dei tratti e determinare se farci entrare o meno in casa.
La serratura in sé non è intelligente: è la connessione che rende “intelligente” un dispositivo “stupido”.
Un termostato non è un dispositivo “intelligente”, ha semplicemente un sensore che regola il caldo e il freddo. Ma se si aggiunge un sensore connesso a un servizio meteo locale e lo si combina con l’intelligenza nel cloud, il termostato sarà in grado di adattarsi automaticamente alle condizioni climatiche. Ad esempio, potrebbe gradualmente accendere il riscaldamento una mezz’ora prima di arrivare a casa dal lavoro se un fronte freddo sta per avvicinarsi.
E se si aggiunge l”effetto rete”, il valore delle connessioni cresce esponenzialmente come cresce il numero di connessioni …
Quindi, se tutti i termostati nel proprio quartiere sono stati collegati al cloud, la società di servizi sarebbe in grado di monitorare il consumo di energia in tempo reale e prevedere picchi di utilizzo. Ciò significa poter fornire energia in modo più efficiente al quartiere e di conseguenza a tutti i quartieri delle nostre città …
Il 50% di tutta l’energia oggi è consumata dalle città. Questo numero è destinato a crescere. Entro il 2050, la maggior parte della popolazione mondiale vivrà infatti in aree urbane, creando la necessità di sistemi molto efficienti e intelligenti per ottenere bassi consumi energetici, riducendo al minimo la congestione del traffico e riducendo l’inquinamento …
Ci sono circa 10 miliardi gli oggetti connessi nel mondo ora. Nei prossimi 10 anni il numero crescerà a 50 miliardi di oggetti, aumentendo l’intelligenza e il valore di tutte queste connessioni in modo esponenziale – miliardi di cose, ma soprattutto migliaia di miliardi di connessioni.
In altre parole, come nella vita delle persone, anche per l’Internet of Eveything non è importante che cosa sai ma le relazioni che hai. Collegare oggetti stupidi rendendoli intelligenti e aiutandoli a lavorare insieme li renderà ancora più intelligenti.
Questo è il potere di Internet of Eveything.
1 commenti
Secondo me la metodologia nonchè tecnologia IoT cambierà il Mondo. Pensate solo il discorso smart-car, smart-grid o semplicemente la creazione di una rete di sensori intelligenti per il monitoraggio ambientale, associati ai big data+ data mining predittivo….la IoT è senza ombra di dubbio il prossimo futuro!