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Il potenziale dell’Internet of Things


13 February 2014


Lo scorso giovedì 6 febbraio presso il Politecnico di Milano sono stati presentati i dati di un’interessante ricerca raccolti dall’Osservatorio Internet of Things – School of Management Politecnico di Milano.

Lo studio è stato realizzato in collaborazione con diversi dipartimenti del Politecnico e aziende tra cui Cisco.

L’Osservatorio Internet of Things nasce nel 2011 dall’esperienza acquisita dagli Osservatori ICT & Management su tecnologie e applicazioni correlate all’Internet of Things (RFId Solution Center, Osservatorio RFId, Osservatorio Mobile & Wireless Business, Mobile Payment & Commerce, etc.) per rispondere al crescente interesse di aziende appartenenti a diversi settori per indagare le potenzialità dell’Internet of Things, lo stato dell’arte delle applicazioni, i benefici e l’evoluzione attesa del mercato.

Ecco in sintesi quanto la ricerca ha messo in evidenza:

L’anno appena concluso (2013) è incoraggiante per il mercato italiano dell’Internet of Things (IoT): in un anno infatti il valore di questo mercato è cresciuto dell’11%, salendo a 900 milioni di euro, mentre gli oggetti “intelligenti” dotati di SIM e connessi via rete cellulare – dalle automobili ai lampioni, dagli ascensori ai contatori del gas – sono aumentati del 20%, raggiungendo i 6 milioni di unità.

Tre essenzialmente gli ambiti applicativi che più contribuiscono a questi andamenti positivi:

1) Il più consolidato è lo Smart Metering (telelettura dei consumi con contatori “intelligenti”).
2) Lo Smart Car è quello più in crescita con oltre 2 milioni di auto connesse e un fatturato in crescita del 35%.
3) Quello più in espansione in termini di applicazioni è lo Smart Home & Building in cui, accanto alle classiche soluzioni di domotica e automazione industriale, iniziano a emergere molte soluzioni per il comfort e la sicurezza rivolte direttamente al consumatore.

L’ambito con le maggiori potenzialità, in termini sia di benefici che di ampiezza delle applicazioni risulta quello delle Smart City, che per ora in Italia registra molte iniziative sperimentali ma pochi progetti consolidati.

Come azienda leggiamo questi risultati come un ulteriore incentivo a proseguire sulla strada già intrapresa.

A conferma dell’impegno di Cisco in questo mercato ci sono gli investimenti cospicui per supportare lo sviluppo di innovazione contribuendo alla crescita di un ecosistema per l’IoT.  Lo scorso novembre abbiamo presentato poi un progetto globale di formazione per dare opportunità alla generazione presente e futura di imprenditori, scienziati, innovatori dell’Internet delle Cose:  in collaborazione con i principali leader di settore, l’offerta formativa aiuterà  infatti a rispondere alla crescente richiesta di personale specializzato che abbia competenze di networking IP focalizzate su settori quali l’automazione, il manifatturiero, l’energia – e altri settori che in futuro saranno investiti da trasformazioni tali da richiedere questo tipo di capacità.

Come azienda abbiamo abbracciato una versione allargata dell’IoT: si tratta dell’IoE (Internet of Everything). Parliamo di IoE in quanto oltre agli oggetti (IoT) prendiamo in considerazione anche le comunicazioni tra persone, dati e processi.

Secondo un recente studio Cisco, nel corso dei prossimi dieci anni, l’IoE potrà far risparmiare, ampliare la produttività e accrescere il fatturato del settore pubblico e al contempo migliorare i benefici per i cittadini. IoE rappresenta un’opportunità del valore di 19 mila miliardi di dollari per aziende e settore pubblico nei prossimi dieci anni.

Enormi potenzialità che vanno nella direzione dello studio dell’Osservatorio che evidenzia che già solo per Italia l’IoT vale ben 900 milioni.

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